Prendo spunto da uno scambio avvenuto su Facebook pochi giorni fa, per toccare un tema caro a molti e conosciuto da pochi: il team, la sua costituzione, la sua natura e i modi per portarli al massimo delle performance.
Cos’è un team?
Ho già parlato più volte in diversi post della differenza tra un gruppo ed un team, e a beneficio di tutti la riporto qui:
un gruppo è un insieme di persone che ricevono un incarico da un supervisore, che portano a compimento senza necessariamente essere coordinati né avendo un fine comune e per questo senza necessariamente sentirsi coinvolti dall’attività né mutuamente responsabili
un team è un gruppo di persone con competenze e capacità complementari operanti in modo interdipendente per un fine comune, con obiettivi di prestazione e approcci condivisi, gestiti da un leader, che si ritengono responsabili dei risultati che raggiungono, l’uno dell’altra, in mutuo soccorso
La differenza è sostanziale già ad una prima lettura. Le principali differenze sono:
- Capacità complementari: necessarie per riuscire ad aggirare potenziali ostacoli e proporre soluzioni ad ampio raggio che non siano limitate alla visione ristretta dell’ambiente in cui opera
- Obiettivi e approcci condivisi: per essere ispirati sia da una visione (il Leader qui fa una enorme differenza) che da una strategia e quindi dall’approccio che il team segue per raggiungere un risultato
- Mutua responsabilità: per soverchiare il classico metodo di comando e controllo che tende a delegare le responsabilità verso l’alto piuttosto che all’interno dell’organismo operativo di lavoro
Appare anche evidente come serva una certa capacità di gestione diversa per un gruppo o per un team.
Tipologie di team
Dopo la definizione, si può pensare che i team siano tutti uguali; invece non c’è nulla di più inesatto.
Team gestiti da manager
Sono semplici da creare perché è sufficiente definire dei processi, assumere le persone idonee per lo svolgimento di compiti diretti, ci sono obiettivi e ruoli chiari e definiti. La difficoltà può essere proprio far comprendere la mission e la vision che guidano verso un obiettivo. Serve un leader in tutti i sensi.
Team autogestiti
L’indipendenza è uno dei fattori più cercati dai giovani oggi, perché è giustamente ritenuto uno dei modi più utili per imparare e crescere. Se non fosse, che può mettere a repentaglio la salute di un’azienda: il try & error è un metodo che per essere sostenibile deve avere a fianco un’azienda in ottima salute. È quindi meno semplice misurare i progressi e la produttività. Il team è decisamente coinvolto nelle attività, e potenzialmente energico
Team autoprogettanti
Funziona come l’autogestito, ma ci sono potenzialmente più conflitti dovuti alla minor chiarezza nei ruoli e nella presa di decisione. Il coinvolgimento è il più alto e motivato, il morale è super. La definizione dei requisiti e lo sviluppo del team richiede tempi più lunghi. Esistono comunque modalità per favorire lo sviluppo affiancando al team un mentore o meglio un coach in grado di supportare con certe metodologie l’autogestione e l’autoprogettazione delle attività
Team Autogovernati
Sono i team totalmente indipendenti, che potrebbero lavorare totalmente staccati dall’Azienda. Sono aziende-satellite che lavorano per una entità, che tuttavia non ha la governance dei loro processi, risultati, efficienza.
Un altro tipo di sfumatura sulla tipologia di team si può avere anche sulla modalità operativa con cui i team producono:
Team semplici
Le persone svolgono mansioni coordinate e semplici, con ruoli definiti e limitati
Team sequenziali
Le attività per arrivare alla produzione, attraversano passaggi diversi in cui un team dipende dal lavoro di un altro, e fa dipendere il successivo dal proprio.
Team integrati
Operazioni simultanee sullo stesso “pezzo” che richiedono competenze diverse e interoperanti
Team per il problem-solving
Hanno diverse abilità e competenze per produrre un risultato secondo i requisiti richiesti trovando spontaneamente una soluzione che consideri l’obiettivo da diversi punti di vista
Messi tutti assieme
Lo schema sotto riassume le dimensioni identificando gli scopi per i diversi team, ed induce a comprendere i livelli di motivazione e mutuo soccorso atti al raggiungimento degli obiettivi, oltre al livello gestionale della persona che li coordina:
TIPO DI COMPITO |
|||||
TIPO DI GESTIONE |
Semplice |
Sequenziale | Integrato |
Problem solving |
|
Manager | Equipaggio, una delle fasi di una catena di montaggio | Una catena di montaggio, un negozio MacDonald | Una casa editoriale | Un A.D. con il suo team di prime linee | |
Autogestiti | Un supermercato di una catena, un area manager col team di venditori | Azienda di produzione che assembla prefiniti per fare il prodotto | Una equipe medica | Ricerca & Sviluppo | |
Autoprogettanti | Un capo reparto (mentore) | Sport individuale allenatore/coach | Sport di squadra | Ricerca & sviluppo | |
Autogovernati | Team di finanziatori | Organizzazione di beneficenza tipo parrocchiale / no profit | La holding di un gruppo di aziende | Le aziende di una holding |
Come intuite, servono abilità particolari per gestire ciascuno di queste tipologie di team, saper riconoscere e gestire i conflitti, saperlo portare (quando è richiesto dal tipo di team) al massimo della sua espressività.
Conclusioni
Saper conoscere che tipologia di Team (o di gruppo?) si sta conducendo è fondamentale per adottare le tecniche più idonee e le strategie migliori all’ottenimento di risultati concreti. È indubbio che saper condividere mission, vision, e agire da leader vero sia un pre-requisito fondamentale (ti suggerisco anche la lettura di questo, quest’altro e anche questo articolo). Prossimamente ti racconterò anche come gestire l’efficienza e la produttività di questi team, tenendone sempre alto il morale, la motivazione, il reciproco senso di collaborazione.
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